Borut Pahor Presidente del Governo

dicembre 2010

Messaggio del Presidente del Governo Borut Pahor in occasione del ventesimo anniversario della Repubblica di Slovenia

Egregi cittadini e cittadini, care slovene e sloveni in patria e all’estero,

Quattro lustri sono passati da quando noi sloveni, uniti e in modo plebiscitario ci siamo espressi a favore dell’indipendenza del Paese. Io personalmente lo ritengo l’atto più glorioso della storia slovena. E’ la celebrazione dell’unità e l’indipendenza. Il momento in cui abbiamo preso definitivamente in mano il nostro destino. L’arco di eventi e decisioni storiche che hanno portato a questo decisivo momento si è compiuto con grande solennità.

Vent’anni dopo soprattutto noi che guidiamo la Slovenia moderna di oggi dobbiamo chiederci in che misura sono stati realizzati i sogni di coloro che allora avevano compiuto scelte di grande coraggio. Avendo noi sloveni difficoltà a fare dei distinguo tra autocritica e amor proprio, oggi si sta imponendo con forza la convinzione che dai grandi cambiamenti vissuti alcuni hanno avuto tutto e altri nulla, mentre la maggioranza dei cittadini rimane alquanto indifferente rispetto all’eredità che ci hanno lasciato gli ultimi due decenni.

Sono convinto che tale atteggiamento riflette un eccessivo senso critico e scarsa autostima nel valutare il passato, generando un’atmosfera di sfiducia rispetto alle nostre future aspirazioni, il domani. In due decenni la nostra nazione ha dato vita a importanti, propizi cambiamenti che sono la garanzia per il destino del paese che senza troppe preoccupazioni può  guardare con serenità ai progetti futuri.

Dagli errori dovuti a negligenza o a scelte di parte, dobbiamo trarre degli insegnamenti: una nazione cosi piccola e aperta al mondo può sopravvivere solo se percepisce se stessa come una comunità e se nelle scelte che compiono i suoi leader pensano al benessere di tutta la comunità e non ai vantaggi per gruppi economici e politici privilegiati.

Sono consapevole che la responsabilità è innanzitutto e in primo luogo mia e intendo rimanere fedele al mio impegno sino a quando manterrò il mandato che mi avete affidato. In questo solenne ed in ogni altro momento per me non c’è nulla di più sacro. Al futuro guardo con coraggio e determinazione e con doverosa umiltà alle complesse e ampie sfide cui insieme a voi intendo rispondere con successo per il bene della nazione tutta.

A tutti voi e ai vostri cari auguro liete e serene festività di Natale e Anno Nuovo.

 

dicembre 2010